Rebecca Erwin Wells, MD, MPH, del Dipartimento di Medicina Integrativa della Harvard Medical School dice “Sappiamo che con l’avanzare dell’età c’è una forte correlazione tra lo stress percepito e la demenza di Alzheimer (Mild Cognitive Impairment) così abbiamo pensato di studiare se la Meditazione Mindfulness per la riduzione dello Stress può migliorare le risorse cognitive”.
Fonte: 10 Ottobre 2013 in Neuroscience Letters http://www.scienceworldreport.com/articles/10992/20131118/meditation-may-reduce-the-progression-of-alzheimers-disease.htm
I risultati suggeriscono che l’MBSR possa ridurre l’atrofia dell’ippocampo e migliorare la connettività funzionale nelle stesse aree intaccate dalla demenza di Alzheimer. [..] “Se l’MBSR può aiutare a ritardare i sintomi del declino cognitivo anche solo un pò, può contribuire a migliorare la qualità di vita per molti di questi pazienti” Rebecca Erwin Wells, MD, MPH
“Siamo particolarmente interessati al default mode network (DMN) – un sistema cognitivo coinvolto quando le persone ricordano eventi passati o prospettano il futuro, di cui per esempio l’ippocampo, la parte del cervello responsabile delle emozioni, dell’apprendimento e della memoria, anche conosciuto per la sua atrofia nella progressione del declino cognitivo nel Mild Cognitive Impairment e nella Demenza di Alzheimer” dice la dr Wells.
Studi precedenti hanno dimostrato che l’ippocampo è attivo durante la meditazione e i meditatori hanno una maggiore concentrazione di materia grigia ippocampale. Così la domanda centale è: “E’ possibile attraverso l’MBSR aiutare ad attenuare il declino di individui che hanno dei problemi di memoria?”
I risultati alla Risonanza Magnetica Funzionale mostrano come i gruppi che hanno effettuato il programma MBSR hanno migliorato significativamente la connettività funzionale nell’area del Default Mode Network. Inoltre, come ci aspettavammo, entrambi i gruppi (MBSR e no MBSR) avevano atrofia ippocampale, ma quelli che avevano praticato l’MBSR mostravano minore atrofia.
I soggetti sono stati sottoposti anche a test di memoria ma lo studio non ha visualizzato differenze tra i due gruppi sebbene la dr Wells ed i suoi colleghi avessero notato che “la maggior parte dei dati suggeriscono una tendenza al miglioramento nelle misure cognitive e del benessere”